Ischia, Marta Maria morta dopo una caduta: il compagno poteva aiutarla invece l’ha soffocata, svolta nelle indagini

La giovane ucraina trovata priva di vita a Vatoliere non sarebbe deceduta per la caduta. Il compagno è ora indagato per omicidio volontario con aggravanti.

Dalle prime accuse ai nuovi sviluppi nelle indagini

Nuovi elementi hanno portato a una svolta nell’indagine sulla morte di Marta Maria Ohryzko, 32enne ucraina trovata morta nel luglio 2024 in una scarpata nella zona di Vatoliere, sull’isola di Ischia. Inizialmente si era ipotizzato che la donna fosse deceduta in seguito a una caduta accidentale. Tuttavia, le nuove ricostruzioni investigative escludono tale dinamica e portano gli inquirenti a contestare al compagno, Ilia Batrakov (che si fa chiamare Emiliano), il reato di omicidio volontario pluriaggravato.

Secondo quanto accertato, la caduta nel dirupo avrebbe provocato alla donna solo una frattura a una caviglia. Ferita ma ancora cosciente, Marta Maria avrebbe tentato di chiedere aiuto, inviando messaggi al compagno: “Sono caduta… Perdonami… Aiutami ad alzarmi… Con questo mi salvi”. L’uomo, secondo gli investigatori, invece di soccorrerla si sarebbe recato sul posto e l’avrebbe aggredita, colpendola con un pugno all’occhio e poi soffocandola tappandole il naso e la bocca.

Dall’arresto per maltrattamenti all’accusa di omicidio aggravato

Il corpo della donna fu recuperato nei pressi della roulotte dove viveva con il compagno. Due giorni dopo il ritrovamento, Batrakov fu arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’evento morte. Con l’avanzare delle indagini, però, la ricostruzione è cambiata: le intercettazioni ambientali e telefoniche, insieme all’esito dell’autopsia, hanno portato gli inquirenti a ipotizzare un’azione volontaria e premeditata.

La nuova accusa è formulata nella forma pluriaggravata, con l’aggravante dei motivi abietti e futili, oltre a quella derivante dall’aver approfittato di circostanze tali da impedire alla vittima qualsiasi forma di difesa, sia pubblica che privata.

Durante i primi interrogatori, l’indagato aveva raccontato che la compagna si era allontanata volontariamente dalla roulotte dopo un litigio, senza fornire ulteriori dettagli sull’accaduto. Le incongruenze emerse, unite agli elementi raccolti nel corso delle indagini dei carabinieri di Ischia, hanno portato al cambiamento dell’imputazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *